domenica 13 settembre 2020

DOMANI NON AVRÒ IL "MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA"?

 

 Maria Dall'Olio, 5Brim a.s 2019/2020

Ah ma quindi domani non avrò il “mio primo giorno di scuola”?
Da un lato penso “Oddio che bello, niente ansie e potrò dormire!” e dall'altro mi dico “E adesso? Adesso mi devo arrangiare”.
Strano e comune come l’ambiente in cui sono stata rinchiusa (e protetta) per 13 anni al momento della fine, si riveli la cosa che mi manca di più.
La mia rete di sicurezza non c’è più e adesso riaffiorano, con un pizzico di malinconia, tutti quei momenti unicamente a marchio scolastico che non potrò più vivere: i caffè alle macchinette, le ricreazioni passate a copiare i compiti nella speranza che il tempo fosse sufficiente, le prese in giro, i bigliettini passati di nascosto, i “si prof sto prendendo appunti” e invece scarabocchiavo sul foglio, i pianti, la paura scatenata alla sola vista della prof tanto temuta in corridoio che temevi ti piazzasse una domanda sul momento, le risate soffocate con la mia compagna di banco, i passaggi di merende sotto il banco neanche fosse stato uno spaccio di droga, gli accenti di francese messi a caso, gli squittii di gioia al sentire la frase “domani uscite alle 12” e le preghiere fatte nella speranza che il prof non chiamasse il mio nome proprio QUEL giorno.
Il Barozzi non era la mia scuola: l’ho capito in terza, ma ormai non me la sentivo di cambiare.
Ho studiato per 5 anni materie che non sentivo mie, anzi, che percepivo opprimenti al mio tentativo di esprimere l’arte, era tutto così schematico, così quadrato e regolare.
No, decisamente non era per me.
Superare questi 5 anni è stato un parto, un macigno sullo stomaco.
Da un lato però sono estremamente grata a questa scuola che mi ha fatto conoscere persone meravigliose che hanno cambiato il mio modo di parlare, di vedere la vita e di pensare.
Sei stato un parto, un macigno sullo stomaco, ma nonostante questo… Grazie Barozzi.
A mai più,
Maria.